SULLA VICENDA DI PAOLO FERRARO

   La vicenda accaduta al giudice Paolo Ferraro è indicativo sul sistema di potere vigente nel nostro paese (e in tutti gli altri paesi denominati “avanzati” o “democratici”).

   Paolo Ferraro ha denunciato la magistratura deviata ben prima di Luca Palamara. Ma non fece solo questo. A seguito di una vicenda personale complessa e delicata, che portò alla luce la presenza di una setta all’interno di ambienti militari[1], connessa ai “poteri forti” e collegata all’omicidio di Melania Rea.

   A Paolo Ferraro gli capita di intrecciare una relazione con un’ex moglie di un ufficiale e di frequentarla assiduamente andando spesso a casa sua, alla Cecchignola, in un complesso di appartamenti civili riservati alle famiglie dei militari. Durante le frequentazioni però si rende conto che qualcosa non è come dovrebbe essere. Temendo per la persona che aveva intrecciato una relazione, cercando di capire cosa stesse succedendo in quella casa, in cui erano presenti anche bambini, attivò una registrazione per lo strano comportamento e della sofferenza presente sempre più frequentemente nella donna. Già con la prima registrazione gli fa intendere che di avere a che fare con qualcosa di poco chiaro. Continua le registrazioni per ben 40 volte. Scopre così che gli ufficiali in sua assenza entrano nell’appartamento, con chiavi in loro possesso, e non appena all’interno dicono frasi che hanno il potere di cambiare radicalmente il comportamento di chi abita in quella casa. La donna non è più un essere umano ma diventa un oggetto cui poter fare qualsiasi nefandezza, un oggetto che passato il momento non ricorderà neppure più quanto le è accaduto. Le resterà la sofferenza ma non la memoria, quelle parole cadenzate, infatti, contengono il codice segreto che apre e rovescia la sua coscienza[2].

   Nel dicembre 2008 Paolo Ferraro sporge denuncia, facendo ascoltare l’audio sia ad un ufficiale di Polizia Giudiziaria particolarmente qualificato, che ad una psicologa incaricata tramite un avvocato che riteneva di fiducia, cui aveva conferito il compito di un sostegno esterno e di un affiancamento alle persone da lui ritenute vittime dirette o indirette.

   Un anno dopo, nel 2009, il terrazzo di casa del magistrato subisce uno strano incendio. Va in ufficio e parla ai colleghi e ai superiori di quanto accaduto, egli vorrebbe agire in fretta poiché ritiene che non ci sia tempo da perdere, e nel giro di 20 ore viene obbligato ad un TSO e sospeso dall’attività in attesa di capire se è sano o mentalmente malato. Gli psichiatri stabiliscono che è sano. Che cosa aveva scoperto di così scabroso Paolo Ferraro per avere quel tipo di reazione ed essere osteggiato in ogni modo?  Aveva scoperto che MK-ULTRA non era stato abbandonato negli anni ’70, come voleva far credere la CIA, ma era stato ripreso attivandolo in altri paesi come l’Italia, e aveva solo cambiato nome, adesso si chiama Programma Monarch.

   Ferraro si è detto certo, dopo aver visto la foto su un giornale, di aver visto parlare Melania Rea con un magistrato che ritiene parte del programma suddetto. Il ragionamento logico deduttivo che lo portava a pensarla coinvolta, o almeno a essere rimasta impigliata nella rete del Programma Monarch, gli veniva dallo “schema di vita” in cui la moglie di Parolisi si trovava. Lo stesso schema che aveva trovato lui nella sua esperienza del 2008. Ma la logica e la deduzione, che di per sé non basta per poter affermare certe cose.

   Se si crede alle parole di Paolo Ferraro si possono fare, anche nel caso di Melania Rea delle ipotesi: che una donna indicata come “amica” avrebbe potuto essere una che avrebbe potuto svolgere il ruolo di “controllo e condizionamento” e gli SMS inviati a Melania prima della sua scomparsa, ora cancellati e pare irrecuperabili, potevano contenere la parola in codice di avviare in lei un automatismo. Quindi farla salire in auto con sconosciuti o anche con persone che conosceva. Oltre a questo, se poi Paciolla[3] ha poi smentito, risulta che c’era chi frequentava la sua casa anche in assenza del marito. C’è da chiedersi, che se la guardia carceraria (un altro amico del marito), avesse scoperto qualcuno parlare in un determinato modo e sapesse come per favorire i meccanismi dell’incoscienza?

   Poi c’è il fatto che Melania Rea pare andasse spesso in caserma frequentemente e non saltuariamente come hanno in seguito detto e scritto, che i Parolisi facessero gite domenicali con i superiori e non solo con i pari in grado.

   Si potrebbe ipotizzare che Melania Rea avesse scoperto che in caserma si stavano conducendo questo tipo di esperimenti, ma anche che lei ne fosse stata vittima prima della gravidanza e che dopo la nascita della figlia ne stesse elaborando il ricordo, quindi tornando alla mente quanto subito.

   Secondo Paolo Ferraro nella stessa rete sarebbe caduta anche Sara Tommasi che ha più volte dichiarato “Mi mettono in casa il gas dai bacchettoni. Mi addormento e dormo tantissimo. Mi danno sostanze perché sia più lasciva durante le riprese, dietro ci sono i servizi segreti”[4].

Sara Tommasi, in seguito, ha ritrattato tutto dicendo di aver rilasciato tali dichiarazioni solo per farsi pubblicità. Certo è che con il beneficio del dubbio, si può ipotizzare anche un’altra ipotesi: che la showgirl possa essere stata ricattata dalla criminalità organizzata che gestirebbe il servizio delle Escort in tutt’Italia e, tramite Fabrizio Corona e Lele Mora, sarebbe entrata nella fornitura delle prostitute in casa Arcore.

   La tesi degli esperimenti segreti dietro l’omicidio di Melania Rea, non è incompatibile con la tesi sostenuta da due giornalisti Alessandro De Pascale e Antonio Parisi nel libro scritto da loro Il caso Parolisi, Sesso, droga e Afghanistan (Imprimatur editore) dove si sostiene che dietro l’assassinio ci sarebbe una pista che dalle Marche condurrebbe all’Afghanistan. Esisterebbe un filorosso, secondo gli autori del libro, che collegherebbe le attività dell’allora caporale maggiore Parolisi, la camorra, il traffico internazionale di stupefacenti e alcuni militari dei contingenti della NATO che erano schierati nel paese dell’Asia centrale.

   Per capire se la sua morte possa essere il frutto di una vendetta nei confronti del marito – che magari era a conoscenza di segreti inconfessabili acquisiti durante la sua missione militare in Afghanistan – i giornalisti De Pascale e Parisi sono andati a investigare nel paese asiatico.

   Questo libro ripercorre, la storia delle indagini inerenti al delitto. Il corpo di Melania, trafitto da numerose coltellate, fu rinvenuto il 20 aprile 2011 nel bosco di Ripe di Civitella (Teramo). L’ultimo ad aver visto la giovane ventinovenne fu il marito e su di lui si concentrarono le indagini e il 19 luglio il militare fu arrestato. Processato a Teramo con il rito abbreviato, il caporal maggiore – che si è sempre dichiarato innocente – fu poi condannato all’ergastolo il 28 ottobre 2012. Per l’accusa avrebbe ucciso la moglie con 35 coltellate in un momento d’impeto – la donna avrebbe rifiutato le avances del marito – all’uomo, inoltre, viene comminata anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici oltre alla perdita della patria potestà genitoriale.

   È assodato che le truppe in stanza in Afghanistan facevano uso di droghe e psicofarmaci[5]. Tra l’altro, non è un caso che questo paese è il maggior produttore di tutto l’oppio e l’eroina mondiali con una percentuale che va oltre il 90%. Guarda caso è avvenuto un vertiginoso aumento della produzione in quei territori dove operavano e truppe italiane. Melania Rea sarebbe stata uccisa perché qualche organizzazione criminale avrebbe voluto vendicarsi delle gravi leggerezze del marito invischiato nel traffico di droga. L’ipotesi del gesto di Parolisi sia dovuto al rifiuto a un rapporto sessuale da parte della moglie cederebbe il posto a questa nuova ipotesi che, rispetto alla precedente, apparirebbe più credibile. Ipotesi che troverebbe riscontro anche con i segni trovati sul corpo della donna: la siringa nel petto e il laccio emostatico. Secondo i due giornalisti, una linea rossa partiva da Kabul passando per l’Asia fino ad arrivare nel cuore della missione Isaf-Nato. La criminalità organizzata italiana, segnatamente la camorra, si sarebbe installata nel Paese asiatico mettendosi a trafficare eroina sul posto.

   Invece, Paolo Ferraro era convinto che Melania Rea era vittima di un esperimento di militare. Le ricerche che aveva sviluppato gli fecero scoprire – come si dice prima – che il famigerato progetto Mk-Ultra non era stato abbandonato negli anni Settanta, come sosteneva la Cia, ma era stato ripreso, arrivando anche in Italia, ed aveva cambiato nome, ora si chiama Programma Monarch. Secondo Ferraro, l’esperimento consisterebbe nel prendere persone, meglio se hanno sofferto o stanno soffrendo, e tramite droghe, condizionamenti o anche torture psicologiche (chiaramente attuate da psichiatri), le si costringe a fare, inconsciamente, delle cose che da sane mai farebbero. Un esempio: c’è da consegnare una droga? Una parola che fa da codice di avviamento e la tal persona andrà, senza neppure saperlo, a consegnare la droga. E così del resto, con le violenze sessuali e quanto altro (magari con strumenti elettronici aggiungo io). Dunque, c’è un filo rosso che arriva anche dentro le stanze della caserma della Cecchignola, passando per l’Asia e l’America. La Nato potrebbe supervisionare tutta la faccenda.

   È indubbio che c’è una rete internazionale che mette in connessione i progetti di controllo mentale e i traffici di stupefacenti: “La CIA e il KGB seguivano con attenzione i progressi della ricerca. Finita la guerra mondiale, i servizi segreti delle due grandi potenze erano a caccia di nuovi strumenti per combattere la Guerra Fredda e LSD rientrava perfettamente nel novero delle armi invalidanti. Hofmann[6], contattato direttamente dalla Divisione Guerra Chimica dell’Esercito degli Stati Uniti, si rifiutò di collaborare e fece pressione sulla Sandoz che forniva ai ricercatori occidentali la sostanza, affinché disattendesse le richieste americane. Gli statunitensi bypassarono il problema producendosela direttamente a casa loro. Oltrecortina se ne occupò la Spofa un’azienda con sede a Praga (città in cui l’alchimia è da sempre di casa) che mise in atto una produzione scala. Le sperimentazioni in Cecoslovacchia, svoltesi all’Istituto Psichiatrico di Praga e dirette dai dottori Hanzlicek e Roubicek, coinvolsero personaggi lo psicologo Grof, il commediografo Havel (attuale presidente della repubblica ceca) e alcuni quadri del partito comunista che in seguito avrebbero dato vita alla Primavera di Praga. La CIA nel 1953 iniziò in America un progetto denominato MK ULTRA (ultra controllo della mente) emanazione diretta del piano Bluebird ereditato dai nazisti (che già usavano la mescalina sui prigionieri nel campo di concentramento di Dachau per provocare modificazioni sul comportamento umano). Per nulla interessata alle qualità mistico-spirituali delle sostanze psichedeliche. L’agenzia governativa sponsorizzò una serie di ricerche sulle potenzialità una serie di ricerche sulle potenzialità dell’LSD in strutture ospedaliere”[7].

   Per concludere Paolo Ferraro è morto d’infarto il 16 gennaio 2022.



[1] https://www.imolaoggi.it/2013/03/09/vogliono-annichilire-e-distruggere-il-magistrato-paolo-ferraro

http://www.nocensura.com/2011/12/setta-satanica-in-ambito-militare-la.html

https://www.paoloferrarocdd.eu/il-caso-paolo-ferraro-di-enrica-perrucchietti/

https://www.paoloferrarocdd.eu/la-sintesi-sulla-intera-grande-discovery-a-portata-di-click-e-all-in-one-nel-sito-ordinante-www-paoloferrarocdd-com-dove-usando-menu-leggi-e-ascolti-tutto-il-cdd-inrete/la-grandediscovery1-caso-ferraro-cecchignola-e-supergladio/

[2] http://www.albratros-volandocontrovento.blogspot.it/2011/11/melania-rea-vittima-di-un

[3] Un amico di Salvatore Parolisi, uno dei pochi testimoni del caso Melania Rea http://tv.fanpage.it/a-chi-lha-visto-paciolla-racconta-l%E2%80%99omicidio-di-melania-rea /

[4] https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/10/07/sara-tommasi-una-notte-sono-finita-in-una-casa-con-alcolizzati-e-tossicodipendenti-li-ho-visto-la-morte-in-faccia/5502322 /

http://blog.chatta.it/morena_mia/post/sara-tommasi-e-vittima-del-controllo-mentale-mkultra-.aspx

[5] https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/17/droga-produzione-record-in-afghanistan-soldati-nato-coinvolti-nel-traffico/780177 /

https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2002/08_Agosto/13/topgun.shtml

http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200910articoli/48733girata.asp

[6] Chimico svizzero che nel 1943 stava compiendo per conto dell’azienda farmaceutica Sandoz degli esperimenti sull’ergo, un fungo parassita della segale, da cui aveva già tratto due farmaci di successo ad uso antiemorragico quando il 16 novembre 1943, il pomeriggio dovette interrompere il lavoro poiché era affetto da una profonda irrequietezza accompagnata da leggere vertigini: “Mi sono sdraiato e sono sprofondato in uno stato di intossicazione niente affatto spiacevole, marcato da una immaginazione particolarmente vivida. In una condizione simile al sogno (la luce del giorno era abbagliante e fastidiosa), riuscivo a scorgere un flusso ininterrotto di figure fantastiche, di forme straordinarie che rivelavamo intensi giochi caleidoscopici di colore. Dopo circa due ore questo stato svaniva. Il decorso di questi sintomi singolari faceva sospettare l’esistenza di un’azione tossica esterna: ipotizzai una relazione con la sostanza cui stavo lavorando” (Albert Hofmann, descrizione del rapporto inviato al professor Stoll della Sandoz, citato in Albert Hofmann, LSD, il mio bambino difficile, ed. Urra Apogeo 2001).

[7] Guarnaccia Matteo, Hippies, ed. Malatempora 1999

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